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STS HOLDING - H2h

Un sistema integrato che attraverso l’uso di tecnologie mobile combinate con la potenza dei sistemi NFC semplifica, ottimizza e automatizza tutto il ciclo manutentivo di qualsiasi infrastruttura!

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STS - H2h

mercoledì 28 giugno 2017

Industria 4.0 e CTO: Cloud ed NFC come effetti leva


Tra gli indici di redditività maggiormente utilizzati nella prassi professionale per fare l’analisi economica del bilancio vi è il C.T.O. (dall’inglese Capital Turn Over) il quale è un indice di “rotazione” che fornisce informazioni su quante volte si “rinnova” il capitale investito per effetto delle vendite. 
Già dalla definizione risulta facile comprendere il diretto legame con la la qualità dell'investimento e con il fatto che un Asset sia capace di mantenere quelle caratteristiche di funzionalità, attrattività che ne possono determinare l'utilità nella filiera di generazione del ricavo.
L'effetto leva di cui è capace una buona gestione degli Asset patrimoniali, legati alla produzione, è intuibile grazie al fatto che la riduzione di un fattore 2 delle spese (impieghi), porta ad un CTO che esplode del 100%.
Il CTO ed è un indice di redditività che misura l’efficienza della gestione ed e’ dato dal rapporto tra i ricavi e il capitale investito. In questo caso non si tratta di un valore percentuale ma di un numero senza percentuale. Il CTO può essere utilizzato nel modo che segue: se hai effettuato degli investimenti per 100.000 euro e, grazie a questi investimenti, hai fatturato 500.000 euro, allora il rapporto tra 500.000 (ricavi) e 100.000 (impieghi), cioè il CTO, è pari a 5. Ciò significa che il capitale si è “rinnovato” cinque volte grazie alle vendite. Ovviamente, è preferibile avere valori del CTO quanto più alti possibile ed è chiaro che un valore del CTO pari a 5 è migliore di un valore pari a 3.
Ma quali sono i fattori chiave per aumentare il CTO? 
Ve ne sono diversi, ma, nel caso di un'azienda che vive della remunerazione del proprio patrimonio, uno dei più importanti è il mantenimento in "buona salute" del patrimonio stesso, che si traduce in una manutenzione di livello superiore.
Grazie ai recenti provvedimenti di Industria 4.0, poi, l'investimento negli strumenti avanzati ed integrati e Interconnessi di gestione e sorveglianza degli impianti e dei fattori produttivi, ci consentono di amplificare l'effetto di una operazione di Asset management sviluppata con l'ausilio delle tecnologie informatiche Cluod e, come a noi piace sempre ricordare, NFC, la tecnologia di storage dei dati e di acknowledgement delle operazioni di manutenzione a basso costo e fortemente innovativa.
Abbiamo raccolto la dichiarazione di Heros Gabello, amministratore di STS, produttrice della piattaforma h2H: "Una miglior gestione riduce gli "impieghi", e ciò lo si può realizzare con strumenti che possono approfittare dell'Iper Ammortamento 250% e, per la parte software, di un ulteriore 40%.
Insomma: se non ora ...quando!?"
La Redazione
  

lunedì 19 giugno 2017

Quanto valore c'è in una bolla di intervento? L'effetto leva finanziario di un tecnico


I dati a disposizione nel momento dell'intervento possono trasformare una semplice bolla di lavoro in un potente strumento finanziario.
Questa è la base del ragionamento che rende l'informazione e il suo trattamento successivo un valore per il manutentore e per il detentore del patrimonio.
Ma come si ottiene e come si tratta questo "tesoro"?
Partiamo dalla ...coda, e vediamo la differenza tra un intervento "standard" ed un intervento "top".
Se l'impiegata riceve una bolla di lavoro da "caricare nel sistema" dove è riportato: "verificato compressore, cambiato filtro olio, caricato 25 kg di R404a, 3 ore di lavoro", a conti fatti, nel migliore dei casi, avrà prodotto una fattura per il cliente che, riportando le stesse cose, riporta un totale di 800 euro che il cliente pagherà mal volentieri come un disturbo necessario.
Se, invece, il tecnico avesse avuto a disposizione un dispositivo mobile con un gestionale di Asset control, e un Tag NFC sul luogo dell'intervento, l'indicazione disponibile della storia di quell'attrezzatura, nella scrittura e preparazione della bolla (virtuale) avrebbe potuto sostanziare con i dati reali dell'affidabilità residua della macchina una richiesta di sostituzione o manutenzione addizionale, che, per la proprietà, avrebbe comportato:
- una riduzione della possibilità di fermo macchina
- una possibile riduzione dei consumi
- una valutazione obiettiva (serenità nel procedere all'investimento) del problema
- una rapidità decisionale utile alla continuità aziendale
Per il fornitore di servizi, dare corpo e sostanza alle proprie valutazioni, gli permetterà di:
- contrattare condizioni finanziarie migliori per i pagamenti
- decidere, ad esempio, la realizzazione di un magazzino in proprio di ricambi o in conto terzi
- disporre di ricambi utili già in fase di analisi preliminare del possibile intervento a chiamata
- miglior gestione della manutenzione, con elementi di produttività
- etc
"In STS, grazie ad un passato ed un presente di project management nella manutenzione degli assets strategici di imprese globali, abbiamo sviluppato una certa sensibilità al problema della non adeguata gestione del valore delle informazioni di una bolla di lavoro" ci fa sapere Stefano Rombi, direttore commerciale di STS. "Tutta la nostra esperienza l'abbiamo messa a valore in un prodotto, h2H, che, crediamo, abbia realizzato uno strumento che consente, in collaborazione con il cliente, di realizzare gli obiettivi gestionali partendo da ogni più piccolo intervento".
Insomma, un buon tecnico, accompagnato da un buon sistema di Asset Management, è indubbiamente un teamwork vincente.
La Redazione

Il mercato industriale degli accessi elettronici varrà 1,3 miliardi di dollari nel 2023. Opportunità per NFC


Secondo il report delineato dalla nuova ricerca di mercato "Industrial Access Control Market by Component (Hardware (Card-Based Readers, Biometrics Readers, Electronic Locks, and Controller/Server), and Software), Service (Installation, Maintenance, and ACaaS), Application, and Geography - Global Forecast to 2023", verranno raggiunti 1.317,9 milioni di dollari con un fattore di crescita medio CAGR dell’ 8.33% tra il 2017 e il 2023.
L’applicazione nel mondo delle Utilities è il più importante fattore di crescita del mercato del controllo accessi, un settore che punta ad evitare problemi di sicurezza.
I Key players nell’ecosistema del mercato dell’industrial access control su cui il report si focalizza sono:
  • ·      ASSA ABLOY AB (Sweden),
  • ·      Johnson Controls International PLC (Ireland),
  • ·      dorma+kaba Holding AG (Switzerland),
  • ·      Allegion plc (Ireland),
  • ·      Honeywell Security Group (US),
  • ·      NEC Corporation(Japan),
  • ·      Bosch Security Systems Inc. (Germany),
  • ·      Identiv, Inc. (US),
  • ·      Siemens Building Technologies (Switzerland), and
  • ·      3M Company (US).

Il driver più importante per la crescita del mercato è l’elevata preoccupazione che si è ormai diffusa per la sicurezza dell’accesso ai dati delle applicazioni industriali a livello globale.
Ciò che ha colpito e sta influenzando in modo significativo il mercato è la paura di accessi incontrollati derivanti dal veloce sviluppo di nuove tecnologie e dal grande utilizzo di dispositivi read/write di tipo wireless nei sistemi di sicurezza, così come l’adozione di “access control as a service” (ACaaS).
I dispositivi elettronici per le “serrature” sono attesi crescere in modo esponenziale, guidando la crescita del mercato dei controlli di accesso industriali.
Questo specifico segmento è ritenuto essere quello a più alta crescita mel periodo tra il 2017 ed il 2023. I motivi sono legati alla riduzione dei costi, un’elevata convenienza nel non dover ricorrere a credenziali separate tra carte e dispositivi elettronici portatili di riconoscimento.
Quest’aspetto sarà quello che guiderà la crescita delle serrature elettroniche e del controllo accessi industriale.
La sicurezza intrinseca dei sistemi che lavorano con la tecnologia NFC potrà inserirsi con grande autorevolezza in questo contesto, contenendo fattori di intrinseca sicurezza che derivano dalla ridotta portata fisica della connessione, la garanzia di riservatezza e necessaria prossimità tra lettore e dispositivo data-content. 
"Associare applicazioni di "access control" a software di asset management incrementa ancor di più il valore dell'NFC" dichiara Heros Gabello, CEO di STS Holding, gruppo proprietario dell'applicazione h2H, una piattaforma di Asset management basata sulla tecnologia NFC. "Riteniamo che associare il controllo accessi alla gestione patrimoniale possa garantire ancor più valore agli asset della proprietà, in quanto vi è l'intrinseca garanzia di operazioni di management effettuate solo da competenze - ad esempio - certificate, qualificate con il controllo accessi".
Insomma, una crescita di mercato che viene ben vista da tutti i settori connessi al controllo degli accessi. 

La Redazione

lunedì 5 giugno 2017

Virtualizzazione e cloud computing per l'asse management. L'assenza di standardizzazione e la forza del risultato


Oggi proviamo a guardare al "problema" della gestione degli asset dal punto di vista dell'It manager, la figura alla quale il responsabile del bilancio sempre si rivolge con fiducia per intermediarie con la selva di numeri che vanno tipicamente gestiti per realizzare gli obiettivi aziendali.
Riconosciuto il valore intrinseco del "patrimonio", sempre per lo più indicato con il valore d'acquisto e con le quote di ammortamento di Legge, pochi ritengono di affidare la gestione di quel "problema" ad uno strumento capace di rendicontare le attività sul suo ciclo vitale a strumenti dedicati.
Sul mercato, infatti, gli strumenti di gestione degli asset sono disponibili da anni, trasversalmente riconosciuti come tool potenzialmente utili per rendere più efficiente la gestione degli asset in azienda. Eppure, raramente le loro implementazioni figurano tra le maggiori priorità tecnologiche, spesso rimandate da urgenze difficilmente prorogabili.
Da qualche tempo, questa impasse sembra, però, essersi sbloccata: richieste di conformità, budget ristretti e problematiche crescenti in ambito di sicurezza stanno, infatti, corroborando il mercato. 
I responsabili delle linee di business, inoltre, stanno avvertendo sempre più la necessità di gestire gli asset come business, calcolandone un chiaro ritorno sugli investimenti attraverso controlli più approfonditi, una maggiore visibilità dei processi e una gestione dei costi più trasparente.
Gli strumenti di asset management rispondono proprio a queste esigenze, offrendo la possibilità di conoscere in modo accurato tutte le risorse utilizzate in azienda: tipicamente, le maggiori suite in commercio forniscono, infatti, tutte le funzionalità per il discovery e l'inventario degli asset, raccogliendo informazioni dettagliate su attrezzature di ogni tipo, ma in particolare modo quelle utili alla "produzione"
I dati, immagazzinati in un repository, a sua volta consultabile per la generazione di analisi e integrabile con l'help desk o i gestionali aziendali, sono costantemente aggiornati e sincronizzati con tutte le modifiche apportate all'infrastruttura.
Conoscere in dettaglio le risorse disponibili in azienda ed essere in grado di accedere a queste informazioni, interrogando un repository, rappresenta uno stadio evoluto nella gestione degli asset, una situazione decisamente rara fra le imprese italiane. La maggior parte delle realtà nazionali, infatti, dimostra una scarsa conoscenza dell'installato oppure gestisce il parco macchine attraverso molteplici fogli di calcolo aggiornati manualmente.
Inutile dire che il passaggio a uno stadio di maggiore controllo sarebbe relativamente semplice e potrebbe garantire enormi benefici. Attraverso l'uso dei classici strumenti di asset management le aziende potrebbero, per esempio, disporre di informazioni essenziali per gestire la manutenzione ordinaria, per pianificare aggiornamenti hardware oppure per consolidare nuove installazioni e applicazioni, riducendo i costi dell'help desk, tagliando le risorse eccedenti, ridistribuendo gli asset, garantendo la compliance, allocando le macchine e il patrimonio in genere in modo appropriato e identificando quelle attrezzature che, ad esempio, causano problemi di sicurezza con onere diretto sull'imprenditore.
Ormai, gli strumenti disponibili, infatti, vanno al di là del semplice inventory e sono in grado di associare i diversi dati ai singoli utenti, alle garanzie, ai contratti di manutenzione, agli accordi di noleggio e alle chiamate all'help desk, supportando i responsabili It e finanziari nella gestione dell'intero ciclo di vita degli asset.
L'architettura che oggi si richiama al cloud computing è un composto di grid computing (la replicazione delle risorse per garantire l'alta disponibilità), utility computing (l'uso e consumo delle risorse secondo un modello pay as you go), orchestration (l'automazione della configurazione e dell'interconnessione delle risorse) e virtualizzazione (l'astrazione delle risorse dall'hardware che le mette a disposizione). 
La flessibilità che la virtualizzazione introduce permette di realizzare infrastrutture cloud molto semplici, potenti ed economiche.
Non di meno la virtualizzazione è una tecnologia ancora nuova, in continua evoluzione; le soluzioni a tag Rfid o NFC come h2H di STS permette di accedere al mondo del clou computing con soluzioni tailor made, adeguate ad ogni settore.
Unico neo in questo percorso evolutivo è la carenza di standard di interoperabilità e di modelli condivisi per il calcolo delle performance, la totale assenza di strumenti evoluti di automazione, e molto altro, che rende ancora la virtualizzazione uno strumento per early adopter che, però, riescono a beneficiare di notevoli vantaggi competitivi rispetto ai competitori.
"Siamo in una situazione un cui la tecnologia rende possibile il salto di qualità per ogni funzione aziendale che deve occuparsi, operativamente e strategicamente, di asset management - sostiene Heros Gaballo di STS. I prodotti come h2H, nitidamente cloud e organicamente sviluppati per la virtualizzazione tramite i tag NFC, possono sostenere questa transizione".
STS si propone come interfaccia e tester per la realizzazione di quella standardizzazione che, a cavallo tra funzioni aziendali, deve trovare una sintesi avanzata e utile al gestore di bilancio, creando alleanze con gli IT manager e direttori finanziari utile per massificare la forza del cloud computing sviluppabile con la virtualizzazione.
La Redazione